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Quali font usare per il sito Branding

Quali font usare per il sito: psicologia dei caratteri

  • Marzo 16, 2018Marzo 16, 2018
  • by Silvia - Racconto Digitale

La scelta dei font da usare per sito e cataloghi risponde ad esigenze di leggibilità e a precise intenzioni comunicative. Se ben usati e abbinati, font, pesi, spaziature e crenature possono veicolare messaggi e trasmettere i valori e le caratteristiche di un brand.

Come abbiamo visto per la scelta dei colori nel branding , anche una paletta font definita e ben strutturata concorre alla creazione dell’identità di un business, ed è pertanto uno strumento di marketing. Nella scelta dei font la prima regola è non fermarsi alle scelte più ovvie (come per esempio abbinare font della stessa famiglia o usare i classici Times New Roman e Verdana). Giocare con gli spazi, usare font nuovi e creare combinazioni insolite aiuta a imprimere personalità al brand.

Ecco una  guida pratica alla scelta del font per un brand.

I tipi di font

Iniziamo analizzando i principali gruppi di caratteri

  1. Serif- con grazie: danno un tocco di eleganza e classicità. Le grazie sono allungamenti ortogonali alle estremità del carattere. Derivano dall’antica Roma, quando erano usate per chiudere le lettere scolpite nella pietra. I font della famiglia serif danno un tocco di tradizione al brand, ma se abbinati con colori vivaci e uno stile generale moderno, possono risultare estremamente moderni e di design.
  2. Semi serif: sono font con grazie meno pronunciate, che conferiscono un look meno formale al testo.
  3. Slab Serif: danno grande sostanza, energia e dinamicità al testo e al sito. Sono perfetti per mettere in risalto titoli, intestazioni e parti importanti del testo.
  4. Sans Serif – senza grazie: moderni e contemporanei, grazie alla loro leggibilità sono considerati il top dei font da usare per un sito web. Trasmettono un senso di ordine, chiarezza, contemporaneità all’insieme.
  5. Moderni: sono la più recente evoluzione dei sans serif. Molti designer di font creano caratteri dallo stile contemporaneo, giovane e dinamico, perfetti per realtà imprenditoriali che fanno della modernità la loro caratteristica principale.
  6. Script e calligrafici: danno un tocco di personalità ed energia alla brand identity. Nella paletta font è bene ci sia un caratteri script o calligrafico, da usare per esempio per l’accento (testimoniale, citazioni ecc.). A seconda dello stile di font calligrafico, si può veicolare un’idea di semplicità, informalità, genuinità, creatività, energia.
  7. Display: sono i font di stile vintage, che aggiungono un tocco di originalità e nostalgia al brand. Vanno bene usati come font di accento.

Gli elementi della tipografia

Scegliere i font per un rbandScegliere i font per un rband

Per creare la paletta font di un brand è bene avere presente gli elementi che costituiscono la tipografia. Ricordate che in un testo caratteri e spazi vuoti rivestono pari importanza. Il dosaggio di questi due elementi crea effetti diversi e comunica caratteristiche differenti.

  1. Interlinea: lo spazio tra le linee. Un’interlinea più ampio trasmette un senso di leggerezza e migliora la leggibilità del testo.
  2. Crenatura: lo spazio tra i caratteri. Maggiore crenatura dà eleganza e grazia allo scritto. Una crenatura più stretta si adatta bene a loghi o ai titoli, che godono di caratteri più grandi e sopperiscono così alla minore leggibilità del testo.
  3. Dimensione: qual è la dimensione giusta da usare per i font di cataloghi e sito? Solitamente i font dei paragrafi di supporti cartacei è 9-10 pt, per il web 12-14 pt. I titoli solitamente sono almeno 2/3 pt più grandi, ma anche qui si possono rompere le regole e creare contrasto con titoli di scala maggiore.
  4. Peso: i font più nuovi solitamente hanno diverse opzioni di peso (leggero, ultraleggero, grassetto, semigrassetto). Abbinateli con creatività e verificate l’effetto visivo.
  5. Contrasto: è l’elemento chiave per creare un design tipografico di impatto. Il contrasto è l’abbinamento di font con caratteristiche diverse (crenatura minore e maggiore, peso leggero con grassetto, dimensioni diverse, famiglie font diverse ecc). Giocate con tutti gli elementi per ottenere un effetto di dinamicità, leggibilità ed equilibrio.
  6. Gerarchia e coerenza: abbinare gli elementi sopra elencati non significa usarli tutti! Lo scopo è creare uno schema da ripetere. Istituite una gerarchia di font, dall’heading 1 (titolo) al paragrafo. fino alle citazioni (se volete approfondire il tema della formattazione del testo, leggete questo articolo sulle regole base della scrittura per il web) e ripetetela su tutte le pagine di sito e cataloghi. Questo creerà continuità visiva e aiuterà il lettore a ritrovare le coordinate del testo.
  7. Margini di pagina: oltre che nei cataloghi, anche nel sito i margini di pagina giocano un ruolo nel feeling che le pagine danno al lettore. Margini larghi danno un aspetto di design e organizzazione all’insieme.
  8. Ampiezza delle colonne: colonne troppo strette interrompono il testo, troppo larghe lo rendono più difficile da leggere. La larghezza ideale si assesta tra i 40 e gli 80 caratteri.
  9. Font per il logo: qui vale 1 sola, importante regola. Il font del logo non deve essere usato in nessun’altra parte del sito/catalogo. In questo modo il logo sarà unico e distinguibile.

Quanti font scegliere per sito e cataloghi?

Per rendere il processo creativo della scelta dei font più efficace è importante definire prima quanti font selezionare. Questo renderà il lavoro di cernita più veloce e vi aiuterà a ottenere gerarchia e coerenza, elementi come abbiamo visto essenziali nella tipografia di siti e cataloghi.

Gli elementi per cui definire i font sono essenzialmente 5:

  1. Logo: non importa se scegliete un font calligrafico, con grazie, senza grazie o display. L’importante è che lo usiate solo per il logo. Evitate i font di grande diffusione, meglio optare per qualche font originale magari acquistato ad hoc.
  2. Strapline: il sottotitolo del brand (chiamato anche claim). Solitamente si trova sotto al logo. Usate un font dedicato esclusivamente allo scopo, meglio se diverso da quello del logo.
  3. Titoli (heading): potete usare lo stesso font dei paragrafi con peso/crenatura maggiori o optare per il contrasto attingendo a una famiglia di font diversa dal resto (titoli con font Serif e paragrafi con font sans serif).
  4. Paragrafi (copy): valutate la scelta in base al messaggio che volete trasmettere con i font, ricordando però che lo stile non deve mai andare a discapito della leggibilità. Anche se optate per font classici, provate a giovare con crenatura e interlinea per dare personalità all’insieme.
  5. Accento: un font da usare per le sezioni testimonianze, citazioni o altri brevi testi. Per gli accenti funzionano molto bene i font calligrafici o script, che danno un senso di vicinanza e personalità.

La psicologia dietro i font

La psicologia dietro i caratteri font
La psicologia dietro i caratteri

Nella figura sopra è riportato una grafica esplicativa che riassume la psicologia dietro ad ogni famiglia di font. E’ uno schema di riferimento che va poi applicato alle singole realtà imprenditoriale. Ricordate, l’originalità sta nella combinazione unica di caratteri, pesi e spazi che crederete per il vostro brand!

Prima di passare alla vera e propria scelta dei font è utile chiarire quale messaggio si vuole dare con i caratteri. Ciò aiuterà a rimanere focalizzati durante il processo di cernita. Facciamo qualche esempio:

  • volete dare un effetto di eleganza, stile, ricercatezza al vostro brand? Optate per un serif per i titoli, da abbinare ad un moderno sans serif per il copy e a un corsivo calligrafico per l’accento.
  • volete trasmettere un senso di design e contemporaneità? Usate un sans serif grassetto con crenatura stretta per i titoli, slab serif per i paragrafi e ottenete un effetto di contrasto con un font script per l’accento.
  • il vostro business si base sulla manualità, siete una piccola azienda familiare e volete trasmettere un senso di semplicità e vicinanza al pubblico? Scegliete un font script per i titoli, un serif semplice e chiaro per i testi e un carattere che riproduce la scrittura a mano per gli accenti. Inserite molti spazi vuoti (interlinea, margini e spazio tra colonne). Questo darà un senso di genuinità, leggerezza e semplicità.

Risorse online per i font

In rete ci sono diversi siti e risorse per trovare font . Tra i più completi, vi segnalo Myfonts.com e DaFont. Quest’ultimo ha molti font gratuiti con la possibilità di scrivere il proprio testo e vedere in tempo reale la simulazione con caratteri diversi. Per ispirarvi, prendete spunto anche da siti che vi piacciono. Osservateli con attenzione dal punto di vista della tipografia, annotate quali caratteristiche vi colpiscono e quali sensazioni vi ispirano.

Conclusioni

La scelta di font per sito e cataloghi è uno degli elementi che concorre al processo di branding. Per costruire la vostra paletta font pensate prima di tutto a quale messaggio volete veicolare tramite la combinazione di caratteri. Questo vi aiuterà a orientarvi nelle famiglie di font da selezionare. Individuate una rosa di 6/7 font anche appartenenti a famiglie diverse e poi sperimentate, giocate con gli abbinamenti di pesi, spaziature, interlinee e dimensioni. Fate delle prove grafiche, stampatele e osservate l’effetto. Se vi serve supporto o consulenza nel processo creativo e di scelta dei font, contattami!

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Silvia - Racconto Digitale
Lavoro con le parole e le immagini. Mi occupo di web marketing, fotografia e comunicazione. Collaboro con professionisti e piccoli business aiutandoli a creare la loro brand identity, curandone l'immagine online e offline a 360°, impostando strategie di web marketing e rendendo la comunicazione digitale efficace e naturale.
    tipografia

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    2 COMMENTS
    • Roberto
      Marzo 24, 2018 a 3:40 pm

      Per scrivere articoli sui font o sulla grafica in generale bisognerebbe essere un po’ più preparati o almeno non troppo faciloni.
      1. Alcune famiglie di font tipo i moderni sans l’ho vista solo qui
      2. Gli heading non si fanno utilizzando grassetto e dimensione ma con i tag da h1 a h6 non solo per la SEI ma per l’accessibilità.
      3. Indicare una misura fissa come i punti per la dimensione dei font a video è sbagliato. Si usano pixel, em, o ex.
      4. Consigliare 6 font diversi sembra eccessivo di solito se ne consigliano 3.
      Non elenco altri appunti.
      Grazie per il contributo

    1. Silvia - Racconto Digitale
      Marzo 25, 2018 a 5:26 pm

      Buongiorno Roberto, grazie per il suo commento e le utili precisazioni.
      Come dice il titolo stesso,l’articolo è focalizzato sulla psicologia dei caratteri, ovvero sulle caratteristiche del business che si possono veicolare con l’uso di determinati caratteri, più che sulla tipografia. Naturalmente l’articolo non ha la pretesa di essere esauriente ma solo di fornire degli spunti di riflessione per iniziare un processo di selezione nell’ottica di creare un’identità e un racconto del brand anche tramite i font.
      Per quanto riguarda le sue osservazioni:
      1. I nomi delle famiglie indicati si rifanno alla terminologia anglosassone. Lo stesso sito Wikipedia inglese riporta per es. la descrizione display,script typeface ecc.. Molti siti in cui si possono trovare font sono inglesi o americani per questo ho indicato i termini originali, come per es. modern con cui vengono identificati i font di design più attuale.
      2. Certamente i tag H1, H2, H3 ecc. sono essenziali per la scrittura per il web e la Search Engine Optimisation, ed è proprio quello che viene detto nell’articolo parlando di definire una gerarchia dall’H1 al paragrafo, rimandando anche ad un altro post dedicato proprio alla impostazione dei testi per il web dove si parla dei tag.
      3. E’ un refuso nel testo, si intendeva px non pt; si intendeva dare una grandezza di riferimento
      4. Il numero di font consigliati è proprio 3 come giustamente suggerisce lei. Nell’elenco se ne indicano 5 ma i primi 2, come avrà avuto modo di leggere nell’articolo, si riferiscono a logo e strapline, dove si suggerisce di usare per questi font diversi proprio per farli risaltare dal resto. Probabilmente l’elenco così costruito risulta poco chiaro al lettore quindi provvederò a separare i font suggeriti per il logo dai 3 da individuare per i contenuti veri e propri del sito.
      Grazie ancora per i suoi preziosi commenti e indicazioni.

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